Scrive un buccinese nato oltreoceano “non c’è paragone con lo stare lì e camminare per quei luoghi. È come se le radici della terra dalle loro profondità si spingessero fino a penetrare attraverso la pianta dei nostri piedi riconoscendosi come gli eredi di quelli che se ne andarono…propri di quella terra.”
Arroccato al margine di un pianoro carsico, a 663 metri sul livello del mare e posto ai piedi del monte Marzano, nella bassa valle del fiume Bianco, c’è l’abitato di quella che fu in origine l’antica città di Volcei, oggi Buccino, un centro archeologico e turistico dell’Appennino campano, dove parte della sua popolazione emigrò a fine 800 verso le Americhe per far ritorno dopo generazioni al paese d’origine.
Origini profonde quelle di Buccino, ben documentate grazie ai suoi numerosi e incredibili ritrovamenti, testimoni silenziosi di millenni di storia vissuta dai diversi insediamenti umani. Un paese museo, in una sequenza temporale ininterrotta che va dalla preistoria all’età tardoantica. Tra necropoli di diverse epoche, Tombe e Santuari del periodo lucano, quello romano e dell’età augustea, senza dimenticare i suoi insediamenti rupestri del VII sec. d.C. e il Castello normanno angioino con le sue diverse fasi di vita, dal XII al XX secolo d.C., tutto questo è Buccino! Un concentrato di archeologia e un’impressionante collezione di oltre 5.000 reperti storici, oggi, ben conservati nell’area museale di 1600 mq, all’ interno dello storico convento degli Eremitani di S.Agostino e il suo chiostro progettato dal Maestro Natale da Ragusa. Un edificio quattrocentesco ritenuto da molti, sede della più antica fondazione monastica agostiniana del salernitano.
Un luogo emblematico, simbolo di orgoglio e identità culturale per il comune di Buccino, che per un pò è rimasto chiuso al pubblico e finalmente lo scorso novembre 2023 ha riaperto sotto la gestione dell’associazione “Terra Cilento”, fatta di persone di diversa età e provenienza territoriale locale, persone andate fuori e rientrate a casa, che vedono in questo progetto museale un buon motivo per restare e in cui credere, proprio come fu per il filologo e papirologo natio di Buccino, Marcello Gigante, a cui è intitolato lo stesso museo e del quale ne auspicò vivamente l’istituzione.
Questo complesso museale ha un grande potenziale, legato alle diverse iniziative didattiche che interagiscono direttamente con il visitatore, di ogni età e provenienza che la stessa associazione organizza e mette in opera. Lo scopo è quello di rendere un normale momento di visita al museo, qualcosa di più interattivo legato all’esperienza, grazie ai laboratori che ti insegnano lo studio e la creazione di manufatti d’epoca, le degustazioni di prodotti tipici e storici consumate direttamente al museo per farti sentire i gusti del passato e tante altre attività che rendono questo centro culturale, un luogo di sperimentazione ed autentica convivialità.
La riapertura del museo segna non solo un importante traguardo per la comunità di Buccino, ma anche un passo avanti nell’affermazione della cultura e dell’identità storica della regione. È un invito aperto a tutti per riscoprire le radici e la storia del territorio attraverso i suoi inestimabili tesori archeologici.